venerdì 3 agosto 2012

una bella intervista su di me, Stuck e Come Non Detto.


Giorgia Palazzo, che aveva già parlato di web series, mi ha intervistato sul suo blog

riporto l'intervista:

1) Ivan Silvestrini come regista scopre la sua passione in tenera età?
 In realtà da piccolo volevo fare la rockstar, ho cominciato a studiare cinema all’università.

2) C’è stato un episodio particolare o una persona importante che ha illuminato il tuo percorso?
Sicuramente la mia vita è cambiata dopo l’incontro con l’attore e amico Luca Angeletti, che all’epoca teneva un corso di teatro al liceo che frequentavo. L’ultimo anno decisi di partecipare ed è grazie a lui se ho capito che raccontare storie per immagini poteva essere la mia strada.

3) Spesso in italia i genitori sono preoccupati per le idee ”stravaganti” (per loro ovviamente, non per noi) dei figli: ti sono stati vicini nelle scelte che hai fatto? O ti proponevano di provare i concorsi alle “poste”, del tipo: MA CERCATI UN LAVORO SERIO!!!!
Quando avevo 19 anni mio padre sperava che mi iscrivessi ad Architettura, sono sicuro che per i miei non deve essere stato facile sentirsi dire “farò Scienze Umanistiche!”, una facoltà che l’anno prima neanche esisteva! Accettarono la mia scelta e strinsero i denti per anni, ora credo ringrazino il cielo ogni giorno. 

4) Il tuo curriculum vanta diverse esperienze nel mondo del cinema: il tuo percorso di studi è stato utile alla causa? Ossia, se non avessi avuto la possibilità (come molti giovani cineasti) di far parte del Centro Sperimentale di Cinematografia avresti appeso le videocamera al chiodo o avresti continuato a combattere per la tua passione?
Io sono felice e fiero di aver studiato al Centro Sperimentale, e di sicuro è stato determinante nella mia (appena iniziata) carriera. E’ una scuola molto selettiva e al momento non se la passa bene come tutto ciò che riguarda la cultura e la formazione in Italia. Io sono cresciuto in un epoca dove la qualità estetica costava molto e quindi aver potuto lavorare in pellicola al CSC mi ha dato soddisfazione e credibilità. Oggi però grazie alle fotocamere di ultima generazione credo sia davvero il momento in cui il talento possa germogliare ovunque, a prescindere da scuole (ma non a prescindere dallo studio, attenzione).

5) Si può dire che tu sia un regista completo: autore, scrittore (LADY TENTACLE – VITA, OPERE E AMORI DELLA RAGAZZA TENTACOLO) regista, montatore… hai dei modelli a cui ti ispiri? Autori che hanno segnato la tua impronta registica (Italiani o Stranieri)?
Io credo che, anche se non si può eccellere il tutti i campi, sia giusto che un regista conosca ogni aspetto del suo lavoro e lo padroneggi quel tanto che basta per controllarlo. Ogni cosa contribuisce alla tua opera, io credo nel lavoro di squadra, ma sapere come parlare al direttore della fotografia, per esempio, ti avvicina sempre di più a ciò che cerchi di esprimere, alla tua ossessione.
Scrivere mi piace, lo adoro, è la mia malattia… con la democratizzazione dei mezzi per fare cinema/video mi rendo sempre più conto che la tecnica fine a se stessa viene data per scontata da un produttore, chi troverà il suo spazio sarà probabilmente chi avrà qualcosa da raccontare oltre alla capacità di farlo.
Secondo me il cinema italiano ha dato il suo meglio nella commedia all’italiana di Scola, Monicelli, ecc.
Ad oggi i più grandi narratori sono quasi tutti autori di grande serialità americana o inglese. Six Feet Under, Mad Men, Breaking Bad, 24, è lì che si raggiungono le vette più alte di scrittura e persino di messa in scena; è lì che c’è da imparare.

6) Credi che per fare un buon prodotto sia “assolutamente necessaria” un’ottima attrezzatura?
Assolutamente no, e in ogni caso oggi una macchina fotografica che ti permetta di fare immagini video spettacolari è alla portata di tutti (non dico senza sacrifici, ma parliamo di meno di 2000 euro tra corpo macchina, obiettivo e qualche attrezzo extra) Io dico sempre: se una storia è bella non ti frega niente della qualità dell’immagine, se una storia non ti convince esci dal cinema dicendo “bella la fotografia però” è la storia che fa la differenza, e la storia non costa che tempo a chi la scrive. Io comunque cerco sempre di dare un certo look alle cose che faccio, come ognuno dovrebbe, a seconda della storia che racconta.

7) Ti sei mai trovato nella condizione di dover “inventare” di sana pianta un arnese utile per una specifica inquadratura?
Quando abbiamo dovuto girare Stuck ci siamo subito resi conto che, data la natura non continuativa delle riprese, affittare luci sarebbe stato controproducente, comprare luci cinematografiche però era escluso per questioni di budget. Così io e Riccardo Sardonè ci siamo fatti un giro per Ikea e abbiamo comprato una serie di lampade che poi abbiamo smontato e combinato tra loro. Con queste lampade mutanti abbiamo illuminato il 90% della serie.

8) Stuck è una serie intelligente, molto ben costruita, e un prodotto internazionale girato in lingua inglese! Come hai sviluppato questa idea? 
Ti ringrazio. Stuck è sicuramente per certi versi un prodotto di nicchia. In Italia simili prodotti stanno venendo sterminati a favore di un mainstream canonico dominante. La mia idea era:  se si riuscisse ad accedere a tutte le nicchie del mondo forse verrebbe fuori una mega-nicchia di tutto rispetto, che possa interessare investitori per le stagioni successive, senza fare compromessi di sorta.  C’era poi una mia necessità espressiva, volevo usare uno humor glaciale anglosassone, in Italiano non avrebbe funzionato. Noi siamo abituati al doppiaggio, ma guardare per esempio una delle suddette serie in italiano è un’esperienza del tutto diversa dal guardare l’originale in inglese, anche a livello testuale! Ne i Sopranos i personaggi bestemmiano di continuo, persino la psicologa bestemmia in un episodio! Solo un esempio di tutto ciò che nel bene e nel male ci perdiamo con le versioni italiane.

9) Sei stato supportato da qualcuno? 
In molti hanno supportato la produzione di Stuck, dagli attori alla troupe, la sceneggiatura è opera mia.

10) Perchè proprio il web?
I tempi sono quasi maturi, la tv si fonderà presto con internet, c’è spazio per essere pionieri, la tecnologia HD tra fotocamere e streaming è pronta, e non bisogna chiedere a nessuno il permesso di esistere.

11) Queste serie hanno grossi potenziali: il fatto che siano un prodotto che parte dal basso conferisce loro una genuinità unica e rara nel mondo del cinema, ma anche in quello televisivo. Sono certa che siano solo la punta dell’iceberg, un elemento innovativo che presto potrebbe approdare anche sul piccolo schermo (semprechè i capoccioni dei piani grossi si rendano conto della forza di questi prodotti!!!) Hai mai pensato di proporre Stuck alle emittenti televisive? 
Non ho mai pensato di proporre l’idea di Stuck a emittenti televisive, se non altro per la scelta di farlo in inglese, ma in ogni caso non avrebbero probabilmente capito e io sarei rimasto “stuck” (bloccato) nell’eterna attesa della risposta di un editor.
Ora gli editor e le emittenti cominciano a chiamare me.

12) Prenderesti in considerazione la proposta di mandarlo in onda sul circuito nazionale? 
Se la cosa non rappresentasse un ostacolo alla sua presenza online gratuita, assolutamente si, perchè no?

13) Per te sarebbe una grande pubblicità?
In Italia probabilmente, anche se si aprirebbero questioni: andrebbe doppiato? Quanti spettatori italiani cambierebbero canale a prescindere nel vedere i sottotitoli? 

14) Parliamo del tuo film. Dalla locandina ci sembra di percepire molti elementi ironici riconducibili alle commedie americane alla “american pie”… Dacci qualche anticipazione e parlaci del modo in cui hai scelto il cast!
Il film è una commedia gay (ma non solo) tra in & out e il mio grosso grasso matrimonio greco, che ho cercato di colorare con un pizzico di little miss sunshine.
La mia sfida e missione con questo film era far percepire (a pelle) come la storia d’amore fra due ragazzi dello stesso sesso fosse “inevitabile”, pura e assolutamente naturale. E mi sono stupito per primo di come le immagini che andavamo a comporre ne trasmettessero la sensazione palpabile.
Tutti gli interpreti sono stati scelti attraverso lunghe sessioni di casting, i protagonisti sono semplicemente i migliori attori che abbiamo trovato. Abbiamo fatto delle scelte audaci come quella di Francesco Montanari “libanese”  nel ruolo della Drag Queen Alba Paillettes, e sono felice e onorato di aver potuto lavorare con personaggi del calibro di Monica Guerritore e Ninni Bruschetta. E’ un cast fresco, un ottimo assortimento di volti e tipologie, sono molto fiero e grato di aver lavorato con ognuno di loro.

15) Domanda fatidica: viste le condizioni del cinema moderno (in Italia) come hai trovato i fondi per questo film?! Sono piovuti dal cielo? Hai rapinato una banca?!?
Ahah no! Il film ha avuto una genesi lunga e travagliata durata anni, ha avuto un finanziamento del Ministero, ma non era abbastanza per cominciare. L’interesse della Moviemax (che lo ha prodotto e lo distribuirà) ha permesso di arrivare alla cifra (inferiore al milione di euro) necessaria per realizzarlo. 

16) Sono previste conferenze stampa in agosto? Quando ci sarà la prima proiezione?
La conferenza stampa è il 27 agosto. Il film esce il 7 settembre.

17) Il mio augurio è che giovani intuitivi e accattivanti (dal punto di vista artistico) come te possano portare il cinema italiano agli antichi fasti!!! Ma dopo questo film, sono in cantiere nuovi progetti?
Io ho sempre nuovi progetti, spero che i cantieri si aprano presto

18) E per concludere: cinque elementi (materiali) fondamentali di cui un giovane cineasta non può fare a meno, e qualche dritta sul mestiere…
5 elementi:
1 fotocamera reflex che faccia video
1 spallaccio per attutire le microvibrazioni fastidiose della suddetta fotocamera
1 obiettivo luminoso (io uso un 50mm Nikon f1.4)
1 laptop 
1 software di montaggio
quanto a dritte mi cito:
Non mettetevi maschere quando scrivete, tenete aperte le vostre ferite, ridetene se volete, fatevi a pezzi e dateli in pasto al prossimo.
Non abbiate paura, non scrivete cose che non potete realizzare da soli o con i vostri migliori amici, non abbiate paura di proporre un progetto a un attore che amate. Prendetevi tutto, che la vita è una sola probabilmente, e se non lo è la possibilità di reincarnarsi in un’epoca in cui si faranno ancora web series è davvero remota.

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