un estratto monografico su Ivan Silvestrini tratto dal documentario Vueb Seris di Claudia Boccabella e Simone Verrocchio
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domenica 30 novembre 2014
venerdì 5 settembre 2014
IVAN SILVESTRINI Director REEL 2014
foto di Demetra Radpour |
Terminata la prima stagione di Under è tempo di fare nuovi bilanci, così ecco un video di 3 minuti e mezzo con il meglio degli ultimi 5 anni di Ivan Silvestrini alla regia.
mercoledì 2 ottobre 2013
STUCK vince il Roma Web Fest!
Siamo orgogliosi di annunciare che STUCK ha vinto 4 premi al Roma Web Fest!
Miglior Montaggio ALBERTO MASI
Miglior Attrice VALENTINA IZUMÍ
Miglior soggetto e sceneggiatura IVAN SILVESTRINI
e il primo premio per MIGLIOR WEB SERIES DELL'ANNO!
Miglior Montaggio ALBERTO MASI
Miglior Attrice VALENTINA IZUMÍ
Miglior soggetto e sceneggiatura IVAN SILVESTRINI
e il primo premio per MIGLIOR WEB SERIES DELL'ANNO!
sabato 4 maggio 2013
Una commovente recensione di STUCK
sul blog IL BUIO IN SALA è apparsa una notevole recensione della Web Series STUCK, scritta e diretta da Ivan Silvestrini
"Io ho un problema con le serie tv. Dopo l'esperienza Lost non sono mai più riuscito a vederne altre (prima di
Lost soltanto la formidabile, splendida, Six Feet Under, ma non tutta). Ho fatto uno strappo alla regola, ahimè, solo per il disastro The River, un pò perchè -fortunatamente-era molto breve, un pò perchè l'horror mi attira sempre. Ora, grazie all'ottimo Mymovieslive -che vi consiglio caldamente- trovo questa strana serie, Stuck. Strana perchè pur essendo completamente italiana (produzione, regia, cast e location -Roma-) è girata in inglese. E strana poi perchè non è una vera e propria serie tv ma una web series uscita a puntate sul tubo e andata avanti grazie al gradimento.
Gradimento che merita tutto, è davvero una piccola perla della nostra cinematografia.
Cercherò di esser breve ma è praticamente impossibile.
Le vicende ruotano intorno alla figura di David Rea, un Emotional Trainer, uno insomma che aiuta le persone bloccate (lo Stuck del titolo) ad uscire dall'impasse. Si parla di blocchi perlopiù emotivi, di persone che arrivano a un certo punto della vita e non riescono più ad andare avanti, a decidersi. Persone al bivio delle proprie relazioni incapaci di capire che strada imboccare.
David non è un dottore, tutt'altro. E' un nichilista, un cinico, uno stronzo, un misogino, un manipolatore. Se si presenta un uomo il consiglio (più che un consiglio, quasi un diktat ipnotico) è sempre quello, lascia la tua partner. Se si presenta la partner invece prima se la fa direttamente nel tappeto dello studio, poi si può iniziare ad analizzarla.
Un giorno sul tappeto dello studio ci finisce Emma, una ragazza insoddisfatta, partner di un uomo egocentrico e pieno di sè. Emma non finisce nemmeno di arrivare al terzo orgasmo (mentre il compagno ascolta appena fuori dallo studio) che si innamora di David. Neanche 3 minuti e David la prende a lavorare con sè. Questa è solo la prima delle brevissime 10 puntate dell'intera serie, poco più di dieci minuti l'una.
Quello che sorprende di Stuck è l'elevatissima qualità dell'operazione.
La regia è di primordine, molto moderna e mai banale. C'è un gusto per l'inquadratura davvero notevole, nessun virtuosismo, ma capace di regalare una sequenza più bella dell'altra (io sono innamorato di quella sulla spiaggia ad esempio). Anche la fotografia sia degli interni che degli esterni è di qualità ottima.
Gli attori sono strepitosi: Sardonè che interpreta David Rea è una sorpresa assoluta ma non gli sono da meno il simpaticissimo Vincenzo Alfieri (Vince) o le tre ragazze, su tutte la bellissima Ivana Lotito (Emma).
Perfetta anche la colonna sonora che ha una particolarità. Tutte le volte che accompagna una scena abbastanza emozionante (e ce ne sono più d'una malgrado il tono generale da commedia) viene poi stoppata bruscamente al culmine dell'emozione.
Perchè in un certo senso anche la colonna sonora riprende il carattere del protagonista, un bastardo che dei romanticismi e delle emozioni se ne infischia. Ed è qui il punto forte di Stuck,ossia i suoi personaggi e lo script in generale. Lui è strepitoso, bastano i primi 30 secondi del prologo con quella gomma schioccata in faccia alla ragazza per inquadrarlo. David dice sempre pane al pane e vino al vino, gli piace manipolare le persone, se possibile anche rovinargli la vita. Ma tutti ne restano affascinati, sia i personaggi che gli ruotano intorno che noi spettatori. Narcisista all'inverosimile (anche se in una delle tante fulminanti battute risponde a un "fottiti" con un "non sono ancora così narcisista"), sicuro di essere in grado di convincere qualsiasi persona a fare qualsiasi cosa. Non c'è una donna in tutta la serie che non vada a letto con lui o non ci voglia andare. Per lui è puro sesso, per loro no, ci sono sempre diverse motivazioni dietro.
Emma ad esempio è una giovane ragazza che crede nell'amore, Splendido a tal proposito l'accorato e disperato discorso sull'amore femminile che fa ad un paziente di David (che nel frattempo invece pensa solo a farsela...).
Vince è l'avvocato di David. Involontariamente goffo, colleziona due di picche dove David cala assi a non finire. E' un ragazzo dal grandissimo cuore, sa subire e perdonare, aiutare e voler bene. Memorabile la ginocchiata sulle palle che si prende da ubriaco.
Ottimi anche tutti gli altri, Ramona, l'ex moglie del defunto fratello gemello di David, che per vendicarsi dall'essere stata sostituita da Emma allo studio pretende un figlio da David (come pretendere un buon libro da Moccia) e Lisa, bella da far paura, che piano piano viene fuori come personaggio affatto secondario, anzi, l'unica che ha qualche potere su David.
La serie è politicamente scorrettissima, l'amore e i buoni sentimenti calpestati di continuo, il sesso visto come naturale deriva di ogni rapporto, anche appena instaurato. Si ride molto, si resta affascinati, si vuole andare avanti per capire che succederà. Ci si sorprende per dei dialoghi di una brillantezza unica,sospesi tra il comico e il tragico, divertente ed emozionante. Ogni personaggio ha le sue sfaccettature, le sue peculiarità, ed è un miracolo vista la brevissima durata della serie.
La serie non ha particolari macro-eventi, scorre veloce senza prendersi troppo sul serio. Ma nelle ultime due puntate accade qualcosa. In David forse sta maturando qualcosa (il dialogo nel quale Emma cerca di fargli tirar fuori un ti amo è un gioiello), quel personaggio così tutto di un pezzo ha un passato e un possibile futuro diverso da quello che è.
E l'ultima puntata il colpo di scena arriva, eccome se arriva. Lo spettatore resta confuso per più di un motivo, la vicenda sembra quasi assurda ma colpisce lo stesso. Il primo ad esser stato bloccato in passato, stuck, fu proprio David. E il modo che decise per venirne fuori è sorprendente.
Stuck è cattivo, irriverente, corrivo, brillante, originale (penso all'Annunciazione), intelligente, dolce ed emozionante. E le tematiche che affronta con un sorriso sulle labbra sono importantissime, perchè niente è più importante del rapporto con le altre persone o con chi si ama. Non è un capolavoro ma un piccolo miracolo di passione e tecnica.
E David Rea un personaggio indimenticabile.
( voto 8 )"
grazie Giuseppe Armellini per le tue parole!
mercoledì 3 aprile 2013
STUCK vince il DIRECTING AWARD a Los Angeles!
giovedì 7 febbraio 2013
L'ultimo episodio della prima stagione di STUCK
Ed ecco che dopo più di un anno il grande viaggio della prima stagione di STUCK volge al termine.
Ivan ha scritto un articolo sulla sua rubrica di BestMovie "C'è del buono" al riguardo, leggibile integralmente qui.
Questi i passaggi salienti:
Ivan ha scritto un articolo sulla sua rubrica di BestMovie "C'è del buono" al riguardo, leggibile integralmente qui.
Questi i passaggi salienti:
Come SBLOCCARE la propria vita, la propria carriera e generare amore con l'unica bugia che vale la pena dire.
Se il titolo di questo articolo sia pretenzioso o meno è ancora presto per dirlo, quella che vi racconto oggi è l'impresa della mia vita, compiuta insieme alla migliore compagnia che potessi trovare lungo la strada.
Quando sei molto giovane e il tuo sogno è fare il regista c'è una frase che sa davvero accecarti:
"Ti va di dirigere un film?"
Al netto delle migliori intenzioni di un produttore che te lo propone, l'esperienza mi ha insegnato che essere nominato regista di un film non è affatto necessariamente il primo passo per dirigere un film, perché più spesso che altrimenti i film non partono.
Sono stato nominato regista di lungometraggi più volte prima di diventarlo effettivamente con Come Non Detto.
Dopo gli anni trascorsi al Centro Sperimentale, dove tutto sembrava possibile e a portata di mano, mi sono impantanato come molti nel limbo amorfo sospeso nel tempo meglio conosciuto come precariato.
Sono sempre stato della filosofia che le occasioni non vadano aspettate (sarebbe folle), e nemmeno cercate (sarebbe ingenuo), le occasioni vanno COSTRUITE.
Specialmente ora che la tecnologia ha raggiunto livelli impressionanti con costi davvero accessibili.
Realizzare oggi cinema indipendente in Italia mi sembrava una mossa fuori dal tempo, uno sforzo disumano per un prodotto di difficile collocazione. L'attenzione del pubblico italiano per simili produzioni culturali si è ripetutamente dimostrata pressoché nulla, non credo sia irrecuperabile, ma sarà un processo lungo, come quello per restituire alla parola Cultura una connotazione squisitamente positiva e non supponente/snob/radical chic. Io credo nella Cultura, e credo che sia difficile appassionare le persone ad attività culturali contemplative in un mondo ipercinetico e consumistico come quello in cui viviamo… ma deve esserci una via, deve esserci… altrimenti per cosa stiamo lottando?
Il culto degli Autori in Italia sopravvive in pochissimi casi, e spesso non basta comunque a raggiungere il break even point.
Rimane per le grandi produzioni il prestigio di produrre film Importanti con soldi dello Stato, ma questo è esattamente ciò che distruggerà il cinema se la Cultura continuerà ad essere additata come "spesa superflua in un momento di crisi".
Chi mi conosce sa che io sono una persona ambiziosa, beh la mia ambizione principale è quella di riconciliare la Cultura con l'intrattenimento, ed è partendo da questo che ho cominciato a scrivere la mia prima Web Series: STUCK - The Chronicles of David Rea.
Perché se il problema principale del cinema indipendente è la distribuzione per i produttori, e la visibilità per i creativi, allora questo problema va bypassato. Ecco perché una Web Series, ecco perché YouTube, ecco perché l'inglese (anche se la vera scelta dell'inglese è dipesa dallo humour anglosassone della serie, spesso intraducibile in italiano)
Questa è stata di certo l'impresa della mia vita, e della vita di molte persone che mi hanno affiancato, a partire da quella della producer (che sarebbe poi diventata mia moglie) Emiliana De Blasio, che persino in viaggio di nozze ha dovuto sopportarmi mentre mi accaparravo un po' di materiale video extra (come i primati e gli scheletri all'inizio del terzo episodio).
Di Riccardo Sardonè, che interpreta il protagonista, un vero visionario del Web, al fisic du role mi sono ispirato nello scrivere il personaggio di David Rea. Una persona davvero troppo buona per questo mondo, e coraggiosissima nel mettersi in gioco autoironicamente su tutti i tabù che un maschio alfa come lui non dovrebbe mai mettere in discussione.
Dello splendido cast che siamo riusciti a formare, diventato col tempo una vera e propria famiglia.
Della instancabile troupe che ci ha seguito con indefesso entusiasmo (complici i banchetti di mia suocera).
Di mio padre che figura come elettricista, ma è stato un vero e proprio Mr.Wolf/problem solver (vi basti pensare che ha costruito lui i dardi del secondo episodio, sfido chiunque a trovare dei dardi soporiferi).
Del mio story editor Giovanni Masi che mi ha aiutato a dare coerenza e potenziare le mie turbe solipsiste.
Del mio montatore Alberto Masi con cui ho passato i mesi più divertenti e impegnativi di cui ho memoria!
Dei musicisti Alessandro Santucci e Valentino Orciuolo che hanno appena pubblicato la colonna sonora di STUCK su iTunes!
e di tutte quelle persone che hanno capito quanto fosse prezioso tutto ciò e lo hanno condiviso con i loro amici su Facebook, Twitter e sui Blog attraverso recensioni e interviste. A tutti voi va il mio grazie più sentito.
E oggi che la prima stagione finisce con il decimo episodio ci salutiamo, ma affinché questo sia solo un arrivederci vi chiedo:
per quanto possiate pensare che un prodotto come Stuck cresca da solo, non è così, siete voi a farlo crescere quando ne parlate e contagiate i vostri amici, e il destino, la continuazione delle cronache di David Rea dipendono da voi, quindi continuate a farlo, continuate a condividere gli episodi, recensiteli, e sopratutto iscrivetevi al canale YouTube (è gratis, solo un click) e fate iscrivere tutti.
Solo se i numeri saranno dalla nostra sarà possibile fare una seconda stagione, quindi amici, armatevi di tenacia e spargete il morbo di Stuck!
Quindi qual è la bugia che ha dato una spinta alla mia vita, alla mia carriera e che è in senso ultimo l'unica morale positiva che mi sento di trarre dall'oceano di immobilismo nichilista cosmico di Stuck?
Che a volte la vita ti chiede di ballare una danza che non conosci, per cui non sei preparato, dalla quale forse non c'è ritorno… la vita ti porge la mano e ti dice "vieni, balliamo" e tu puoi fare due cose: puoi dire la verità "non conosco i passi di questa danza, mi dispiace, resterò qui seduto", o puoi mentire a te stesso e alla vita sulle tue capacità, puoi alzarti e cominciare a muoverti, e attraverso qualche pestata di piede e figuraccia, imparare a ballare.
mercoledì 23 gennaio 2013
la colonna sonora di STUCK è su iTunes!
Alessandro Santucci e Valentino Orciuolo ci hanno lavorato per mesi, come dimostra questo frammento di backstage...
...e alla fine l'hanno sfornata! Grazie alla casa discografica Sugar e al loro entusiasmo!
è finalmente disponibile su iTunes la colonna sonora della nostra web series STUCK!
con versioni riarrangiate ed estese dei nostri temi preferiti!
e una canzone cantata da Gaia Scodellaro!
ascoltatela e scaricatela qui!
13 tracce spettacolari!
ed ecco il nuovo, penultimo episodio!
e il 6 febbraio ci sarà il gran finale!
ed ecco il nuovo, penultimo episodio!
e il 6 febbraio ci sarà il gran finale!
lunedì 7 gennaio 2013
MAN OF THE YEAR awards!
La raccolta di nomination a premi internazionali per STUCK non si ferma!
sul web magazine MAN OF THE HOUR (dove in passato Ivan Silvestrini è stato nominato appunto "Man of the Hour"), è tempo di bilanci di fine anno, e STUCK ottiene ben 3 nomination!
Stuck BEST COMEDY/DRAMADY WEB SERIES
Riccardo Sardonè BEST COMEDY/DRAMADY WEB SERIES ACTOR
Ivan Silvestrini ENTREPRENEUR OF THE YEAR
si può votare per il premio del pubblico!
Andate sulla pagina delle nomination, non c'è bisogno di registrarsi!
martedì 1 gennaio 2013
STUCK nella cinquina finale dei PIXEL AWARDS!
Con enorme soddisfazione annunciamo che la web series STUCK, scritta e diretta da Ivan Silvestrini è nella cinquina dei finalisti della sezione TV dei PIXEL AWARDS!
uno dei più importanti festival di siti web mondiali!
Con ulteriore soddisfazione STUCK condivide questa nomination con colossi come la Sony Pictures e la HBO.
Sono previsti due premi, uno dei quali sarà dato dal pubblico, quindi se vi va votate per STUCK qui (è solo un click e non bisogna registrarsi)
grazie amici!
giovedì 25 ottobre 2012
Le Cool intevista Ivan Silvestrini
Ciao Ivan, da quello che vedo sui vari social network, è un periodo per cui hai poco da rilassarti. Come vanno i vari successi, da “Stuck” in poi? Come li vivi?Sono felice, sono molto felice. “Stuck”, come l’ondata di webseries di prima generazione, è un orgoglio per chi l’ha prodotto, per chi ci ha lavorato e soprattutto per chi ci ha creduto. E’ stato uno sforzo durato nove mesi di riprese ed altrettanti mesi di post produzione e montaggio. E’ un grido di richiamo che la nostra generazione di creativi sta facendo per far rendere conto che c’è una nuova televisione che sta nascendo, per far sì che il pubblico si sposti sempre più da una televisione tradizionale passiva, nella cui qualità non ci rispecchiamo più, verso nuove forme di intrattenimento possibili solo sul web. Io sono felice di far parte di questo movimento, ma il vero successo si avrà quando i numeri non saranno più trascurabili, quando saranno tali da poter avere degli sponsor per un vero ritorno di pubblicità. E questo spero accadrà nella seconda generazione o comunque nelle seconde stagioni, per far sì che un investimento su noi stessi diventi un piccolo, medio o grande investimento per molti.
Ho visto le prime reazioni estere a “Stuck”. Come si sta evolvendo la situazione fuori di qui?Sai, “Stuck” è l’unica webserie recitata in inglese, anche se ne stanno nascendo molte. Diciamo che essendo stata la prima, è stato più facile raggiungere più pubblico. Ad esempio, l’Italia è quarta per visualizzazioni dopo gli Stati Uniti, dove abbiamo raggiunto le due milioni e mezzo di views, seguita dalla Russia che ha cominciato addirittura a doppiarlo, e dall’Ucraina. Ed è bello perché siamo partiti da zero, non avevamo una popolarità pregressa dovuta agli attori ma abbiamo puntato tutto sulla qualità, evitando l’intrattenimento becero. Siamo riusciti a trattare tematiche molto importanti ma in modo divertente, dando più livelli di lettura e riuscendo ad attirare un pubblico vario.
Visto che sono follemente innamorato di David, me la fai fare una seduta da lui?Noi abbiamo cercato fin dall’inizio un’interazione con il nostro pubblico, che non vuole essere come quella di “Lost in Google” che è un’interattività totale. Siamo apertissimi ad ascoltare e ricevere blocchi esistenziali altrui da trattare nei prossimi episodi di “Stuck”, lo abbiamo fatto sin dall’inizio: diteci “where did you get stuck?”, ed i casi più interessanti potremo felicemente svilupparli nella seconda stagione. Se poi sai recitare e parli inglese, ti considereremo come attore.
Ci penserò!! E tu, dove sei rimasto bloccato?Io ero rimasto bloccato alla mia condizione di ex studente di cinema condannato all’eterna attesa della “occasione” per far partire la mia nascente carriera. Trovo sbagliato pensare che le occasione vanno aspettate, credo sia potenzialmente inutile: le occasioni vanno costruite, e l’ho capito un anno dopo aver finito il Centro Sperimentale. Anche l’essere riuscito a girare un film è merito in parte del fatto di non essere rimasto ad aspettare, perché tutto ciò che ha creato l’effetto domino terminato nel film è dovuto al fatto di non essermi fermato mai nel frattempo, e sicuramente “Stuck” ha contribuito a questo risultato.
Come dicevi prima, siamo ancora alla prima generazione delle serie sul web, ma in Italia se ne vedono comunque molte. Quali sono i collettivi di youtubers che ti piacciono, o che comunque segui con piacere?Guarda, cerco di sintetizzare al massimo la mia visione: prima di tutto c’è stato “Freaks”, che è stata la webserie che ha aperto gli occhi a tutti sul potenziale della rete, ed anche a me. Con la seconda stagione è passata ad essere 2.0, e cioè dall’essere un prodotto indipendente all’avere una produzione dietro. Poi c’è “Lost in Google”, che come tutti sanno era basata interamente sui commenti degli utenti, il che ha portato ad una voluta demenzialità che poteva andare avanti all’infinito e che ha giovato moltissimo alla riuscita finale del prodotto. Poi ci siamo anche noi, con “Stuck” e la prima webserie girata in inglese.
Ad ora, ci sono due serie che tentano il connubio tra tv tradizionale ed internet: “Youtubers” e “Kubrick”. Nel primo caso si sono generate moltissime polemiche per il fatto che volti noti della televisione sono stati portati su YouTube, andando contro l’idea di nuovo che sono questo genere di produzioni. Nel secondo caso invece tutto è partito proprio dalla tv, cominciando con la produzione di Magnolia e dalla durata del pilota (circa 50 minuti), per essere poi portato sulla rete in parti più piccole proprio per testare questo tipo di strategia. Ricorda un po’ “Boris”, come format, ed in effetti se ci fossimo trovati all’epoca quella serie sulla rete, l’avremo accettata sicuramente.
E’ questa la cosa stupenda di questa contingenza storica: la possibilità, in questa finestra spazio-temporale, della meritocrazia. Questa è la cosa bella di questo momento storico, ed io sono felice di farne parte.
Parliamo di “Come Non Detto”. Ho riconosciuto molte locations in giro per Roma: qual è stato il momento più bello e quello più brutto, che la capitale vi ha fatto vivere durante le riprese?In realtà Roma è stata buona con noi. In questo mio primo film si è rivelata una città molto accogliente, il set non è stata un’esperienza traumatica come molte opere prime sono. Per lo più Roma ci ha accolto e sono successe cose simpatiche più che brutte. Noi abbiamo usato Francesco Montanari, che Roma conosce come il Libanese di “Romanzo Criminale”, nei panni di una Drag Queen ed in fase di montaggio ci siamo accorti che nelle esterne si radunavano gruppi di persone che vedendo la scena dicevano “Nooo, anvedi er Libbanese come m’è calato!!”. Anche se poi alla fine erano lì a sostenerlo e a godersi la scena. Quindi Roma ci ha accolto benissimo, poi è la mia città e sono contento di aver potuto girare qui.
Personalmente invece, cos’è di Roma che ti piace molto e cosa invece non sopporti?Beh tutto quello che non sopporto di Roma sono dei cliché, dei cliché veri come il traffico, che è impossibile, ed è una città in cui al minimo evento climatico succede un disastro. Ora ci sono allarmismi preventivi, spesso ingiustificato solo perché “potrebbe piovere”. Ma Roma è comunque una città stupenda, e sarà sempre la città del mio cuore anche se dovessi andarmene. Non credo ci siano città belle come Roma. Ad esempio anche se non so se potrei viverci ma amo molto il Pigneto, soprattutto la zona di Necci. Io sono cresciuto al Flaminio pre-Auditorium, quando ancora c’era solo il parcheggio con i trans, e comunque è una zona a cui sono molto legato.
Questa è la domanda finale, e quella un po’ più leggera. Volevo ringraziarti per avermi fatto rivedere Valeria Bilello, ed essendo (ancora) follemente innamorato di lei, mi devi promettere che se mai lavorerete di nuovo insieme mi inviti anche solo trenta secondi sul set e mi fai stringere la mano a Valeria.Sarà fatto anche perché mi piacerebbe lavorare di nuovo con lei.
Com’è sul set?Una sorpresa, già dai provini. Cercavamo un personaggio che potesse dare uno humor un po’ anglosassone, e lei questa cosa dentro ce l’ha. Tra l’altro è stato molto interessante perché abbiamo creato molto sul set, a volte l’ho vista mentre recitava me ed era fantastico. Capiva che volevo passarle un modo di ragionare e l’ha restituito alla perfezione. Poi lei è piena di questa disarticolata grazia ma molto elegante, ha un viso degno di un film di Bergman. Insomma sono molto contento che abbia accettato.
Anch’io. Grazie Ivan!!E di che!!
giovedì 4 ottobre 2012
STUCK al Roma Fiction Festival
Quando un prodotto indipendente come la nostra web series STUCK viene invitato nel cuore rosa della serialità non possono che nascerne grandi soddisfazioni. |
il cast di STUCK sul Pink Carpet |
il nuovo look di David Rea |
Gaia Scodellaro posa per il photocall |
Valentina Izumi può finalmente sorridere |
gli Stuckanovisti |
ecco a voi il tanto atteso episodio 7!
e un teaser del prossimo episodio!
martedì 11 settembre 2012
5 traguardi per STUCK
Recentemente sono usciti due articoli molto importanti sulla nostra web series STUCK che (primo traguardo) ha da poco superato 2.500.000 views tra YouTube e Koldcast Tv!
Uno è su THE SIXTH WALL, dove STUCK viene paragonato come prodotto rivoluzionario per il web alla rivoluzione televisiva che fecero a loro tempo i SOPRANOS.
Comprendendo le dovute proporzioni, non potremmo essere più fieri (secondo traguardo).
Il terzo traguardo, sempre grazie a STUCK, è la nomina di Ivan Silvestrini come MAN OF THE HOUR sull'omonimo magazine di "stile, classe e cultura per uomini sofisticati"!
Anche qui c'è un'intervista esclusiva che potete leggere direttamente su manofthehour!
Il quarto traguardo è che adesso STUCK è anche in russo! Non perdetevi lo spettacolare doppiaggio!
e il quinto traguardo è che STUCK è stato un trionfo al Roma Fiction Festival, presto arriverà un piccolo reportage!
beh, e anche leggere questo su Twitter ci ha fatto molto piacere
venerdì 3 agosto 2012
una bella intervista su di me, Stuck e Come Non Detto.
Giorgia Palazzo, che aveva già parlato di web series, mi ha intervistato sul suo blog
riporto l'intervista:
1) Ivan Silvestrini come regista scopre la sua passione in tenera età?
In realtà da piccolo volevo fare la rockstar, ho cominciato a studiare cinema all’università.
2) C’è stato un episodio particolare o una persona importante che ha illuminato il tuo percorso?
Sicuramente la mia vita è cambiata dopo l’incontro con l’attore e amico Luca Angeletti, che all’epoca teneva un corso di teatro al liceo che frequentavo. L’ultimo anno decisi di partecipare ed è grazie a lui se ho capito che raccontare storie per immagini poteva essere la mia strada.
3) Spesso in italia i genitori sono preoccupati per le idee ”stravaganti” (per loro ovviamente, non per noi) dei figli: ti sono stati vicini nelle scelte che hai fatto? O ti proponevano di provare i concorsi alle “poste”, del tipo: MA CERCATI UN LAVORO SERIO!!!!
Quando avevo 19 anni mio padre sperava che mi iscrivessi ad Architettura, sono sicuro che per i miei non deve essere stato facile sentirsi dire “farò Scienze Umanistiche!”, una facoltà che l’anno prima neanche esisteva! Accettarono la mia scelta e strinsero i denti per anni, ora credo ringrazino il cielo ogni giorno.
4) Il tuo curriculum vanta diverse esperienze nel mondo del cinema: il tuo percorso di studi è stato utile alla causa? Ossia, se non avessi avuto la possibilità (come molti giovani cineasti) di far parte del Centro Sperimentale di Cinematografia avresti appeso le videocamera al chiodo o avresti continuato a combattere per la tua passione?
Io sono felice e fiero di aver studiato al Centro Sperimentale, e di sicuro è stato determinante nella mia (appena iniziata) carriera. E’ una scuola molto selettiva e al momento non se la passa bene come tutto ciò che riguarda la cultura e la formazione in Italia. Io sono cresciuto in un epoca dove la qualità estetica costava molto e quindi aver potuto lavorare in pellicola al CSC mi ha dato soddisfazione e credibilità. Oggi però grazie alle fotocamere di ultima generazione credo sia davvero il momento in cui il talento possa germogliare ovunque, a prescindere da scuole (ma non a prescindere dallo studio, attenzione).
5) Si può dire che tu sia un regista completo: autore, scrittore (LADY TENTACLE – VITA, OPERE E AMORI DELLA RAGAZZA TENTACOLO) regista, montatore… hai dei modelli a cui ti ispiri? Autori che hanno segnato la tua impronta registica (Italiani o Stranieri)?
Io credo che, anche se non si può eccellere il tutti i campi, sia giusto che un regista conosca ogni aspetto del suo lavoro e lo padroneggi quel tanto che basta per controllarlo. Ogni cosa contribuisce alla tua opera, io credo nel lavoro di squadra, ma sapere come parlare al direttore della fotografia, per esempio, ti avvicina sempre di più a ciò che cerchi di esprimere, alla tua ossessione.
Scrivere mi piace, lo adoro, è la mia malattia… con la democratizzazione dei mezzi per fare cinema/video mi rendo sempre più conto che la tecnica fine a se stessa viene data per scontata da un produttore, chi troverà il suo spazio sarà probabilmente chi avrà qualcosa da raccontare oltre alla capacità di farlo.
Secondo me il cinema italiano ha dato il suo meglio nella commedia all’italiana di Scola, Monicelli, ecc.
Ad oggi i più grandi narratori sono quasi tutti autori di grande serialità americana o inglese. Six Feet Under, Mad Men, Breaking Bad, 24, è lì che si raggiungono le vette più alte di scrittura e persino di messa in scena; è lì che c’è da imparare.
6) Credi che per fare un buon prodotto sia “assolutamente necessaria” un’ottima attrezzatura?
Assolutamente no, e in ogni caso oggi una macchina fotografica che ti permetta di fare immagini video spettacolari è alla portata di tutti (non dico senza sacrifici, ma parliamo di meno di 2000 euro tra corpo macchina, obiettivo e qualche attrezzo extra) Io dico sempre: se una storia è bella non ti frega niente della qualità dell’immagine, se una storia non ti convince esci dal cinema dicendo “bella la fotografia però” è la storia che fa la differenza, e la storia non costa che tempo a chi la scrive. Io comunque cerco sempre di dare un certo look alle cose che faccio, come ognuno dovrebbe, a seconda della storia che racconta.
7) Ti sei mai trovato nella condizione di dover “inventare” di sana pianta un arnese utile per una specifica inquadratura?
Quando abbiamo dovuto girare Stuck ci siamo subito resi conto che, data la natura non continuativa delle riprese, affittare luci sarebbe stato controproducente, comprare luci cinematografiche però era escluso per questioni di budget. Così io e Riccardo Sardonè ci siamo fatti un giro per Ikea e abbiamo comprato una serie di lampade che poi abbiamo smontato e combinato tra loro. Con queste lampade mutanti abbiamo illuminato il 90% della serie.
8) Stuck è una serie intelligente, molto ben costruita, e un prodotto internazionale girato in lingua inglese! Come hai sviluppato questa idea?
Ti ringrazio. Stuck è sicuramente per certi versi un prodotto di nicchia. In Italia simili prodotti stanno venendo sterminati a favore di un mainstream canonico dominante. La mia idea era: se si riuscisse ad accedere a tutte le nicchie del mondo forse verrebbe fuori una mega-nicchia di tutto rispetto, che possa interessare investitori per le stagioni successive, senza fare compromessi di sorta. C’era poi una mia necessità espressiva, volevo usare uno humor glaciale anglosassone, in Italiano non avrebbe funzionato. Noi siamo abituati al doppiaggio, ma guardare per esempio una delle suddette serie in italiano è un’esperienza del tutto diversa dal guardare l’originale in inglese, anche a livello testuale! Ne i Sopranos i personaggi bestemmiano di continuo, persino la psicologa bestemmia in un episodio! Solo un esempio di tutto ciò che nel bene e nel male ci perdiamo con le versioni italiane.
9) Sei stato supportato da qualcuno?
In molti hanno supportato la produzione di Stuck, dagli attori alla troupe, la sceneggiatura è opera mia.
10) Perchè proprio il web?
I tempi sono quasi maturi, la tv si fonderà presto con internet, c’è spazio per essere pionieri, la tecnologia HD tra fotocamere e streaming è pronta, e non bisogna chiedere a nessuno il permesso di esistere.
11) Queste serie hanno grossi potenziali: il fatto che siano un prodotto che parte dal basso conferisce loro una genuinità unica e rara nel mondo del cinema, ma anche in quello televisivo. Sono certa che siano solo la punta dell’iceberg, un elemento innovativo che presto potrebbe approdare anche sul piccolo schermo (semprechè i capoccioni dei piani grossi si rendano conto della forza di questi prodotti!!!) Hai mai pensato di proporre Stuck alle emittenti televisive?
Non ho mai pensato di proporre l’idea di Stuck a emittenti televisive, se non altro per la scelta di farlo in inglese, ma in ogni caso non avrebbero probabilmente capito e io sarei rimasto “stuck” (bloccato) nell’eterna attesa della risposta di un editor.
Ora gli editor e le emittenti cominciano a chiamare me.
12) Prenderesti in considerazione la proposta di mandarlo in onda sul circuito nazionale?
Se la cosa non rappresentasse un ostacolo alla sua presenza online gratuita, assolutamente si, perchè no?
13) Per te sarebbe una grande pubblicità?
In Italia probabilmente, anche se si aprirebbero questioni: andrebbe doppiato? Quanti spettatori italiani cambierebbero canale a prescindere nel vedere i sottotitoli?
14) Parliamo del tuo film. Dalla locandina ci sembra di percepire molti elementi ironici riconducibili alle commedie americane alla “american pie”… Dacci qualche anticipazione e parlaci del modo in cui hai scelto il cast!
Il film è una commedia gay (ma non solo) tra in & out e il mio grosso grasso matrimonio greco, che ho cercato di colorare con un pizzico di little miss sunshine.
La mia sfida e missione con questo film era far percepire (a pelle) come la storia d’amore fra due ragazzi dello stesso sesso fosse “inevitabile”, pura e assolutamente naturale. E mi sono stupito per primo di come le immagini che andavamo a comporre ne trasmettessero la sensazione palpabile.
Tutti gli interpreti sono stati scelti attraverso lunghe sessioni di casting, i protagonisti sono semplicemente i migliori attori che abbiamo trovato. Abbiamo fatto delle scelte audaci come quella di Francesco Montanari “libanese” nel ruolo della Drag Queen Alba Paillettes, e sono felice e onorato di aver potuto lavorare con personaggi del calibro di Monica Guerritore e Ninni Bruschetta. E’ un cast fresco, un ottimo assortimento di volti e tipologie, sono molto fiero e grato di aver lavorato con ognuno di loro.
15) Domanda fatidica: viste le condizioni del cinema moderno (in Italia) come hai trovato i fondi per questo film?! Sono piovuti dal cielo? Hai rapinato una banca?!?
Ahah no! Il film ha avuto una genesi lunga e travagliata durata anni, ha avuto un finanziamento del Ministero, ma non era abbastanza per cominciare. L’interesse della Moviemax (che lo ha prodotto e lo distribuirà) ha permesso di arrivare alla cifra (inferiore al milione di euro) necessaria per realizzarlo.
16) Sono previste conferenze stampa in agosto? Quando ci sarà la prima proiezione?
La conferenza stampa è il 27 agosto. Il film esce il 7 settembre.
17) Il mio augurio è che giovani intuitivi e accattivanti (dal punto di vista artistico) come te possano portare il cinema italiano agli antichi fasti!!! Ma dopo questo film, sono in cantiere nuovi progetti?
Io ho sempre nuovi progetti, spero che i cantieri si aprano presto
18) E per concludere: cinque elementi (materiali) fondamentali di cui un giovane cineasta non può fare a meno, e qualche dritta sul mestiere…
5 elementi:
1 fotocamera reflex che faccia video
1 spallaccio per attutire le microvibrazioni fastidiose della suddetta fotocamera
1 obiettivo luminoso (io uso un 50mm Nikon f1.4)
1 laptop
1 software di montaggio
quanto a dritte mi cito:
Non mettetevi maschere quando scrivete, tenete aperte le vostre ferite, ridetene se volete, fatevi a pezzi e dateli in pasto al prossimo.
Non abbiate paura, non scrivete cose che non potete realizzare da soli o con i vostri migliori amici, non abbiate paura di proporre un progetto a un attore che amate. Prendetevi tutto, che la vita è una sola probabilmente, e se non lo è la possibilità di reincarnarsi in un’epoca in cui si faranno ancora web series è davvero remota.
lunedì 30 luglio 2012
Marcello Gori scrive di STUCK
Marcello Gori |
Già che ci sono vi invito a visitare il suo splendido sito.
Non parliamo di un uomo comune, proprio no.
Quest'uomo è un artista, e appartiene a quella piccolissima cerchia di artisti che hanno un dono davvero prezioso: sanno non prendersi troppo sul serio.
Quest'uomo non è solo un acuto opinionista come dimostra il suo blog, è molto, molto di più.
Di recente Marcello si è dedicato principalmente alla fotografia paesaggistica o a una serie di spettacolari "ritratti a tema"
IVY |
ORANGE and GREEN |
Il faccendiere innamorato |
L'antipatica |
Ma per chi ha vissuto la scena del cortometraggio italiano degli ultimi vent'anni Marcello sarà sempre e indissolubilmente un regista di cortometraggi comici unici, molti dei quali forse oggi tecnicamente vintage (parliamo degli anni '90), ma davvero meritevoli di essere conosciuti o riscoperti per la loro spudorata ambizione narrativa e esilarante demenzialità.
Io ho avuto l'onore di essere il suo aiuto regia in qualche occasione, e mi permetto di segnalare alcuni dei suoi lavori che amo di più.
"Direttive dall'alto"
"La Frittatina"
"La Pittrice Impressionata"
".cow"
e questo è proprio lui, il mio amico Marcello
lunedì 16 luglio 2012
STUCK sul portale americano FUNNY OR DIE
Il primo episodio di STUCK è approdato sul portale americano FUNNY or DIE di Will Ferrell, Judd Apatow e altri.
Se vi piace STUCK ditelo premendo il tasto FUNNY a questo link di FUNNY OR DIE, non serve registrarsi ;)
Se non vi piace potete anche andare e cliccare DIE
grazie amici!
Se vi piace STUCK ditelo premendo il tasto FUNNY a questo link di FUNNY OR DIE, non serve registrarsi ;)
Se non vi piace potete anche andare e cliccare DIE
grazie amici!
giovedì 28 giugno 2012
i primi 6 episodi di STUCK
Ecco finalmente per voi tutti i primi 6 episodi di STUCK.
Non smetterò mai di dirvi quanto sia importante che gli spettatori di fenomeni come le web series si sentano responsabilizzati alla condivisione.
Noi esistiamo perché voi ci condividete, quindi se STUCK vi piace e volete che la seconda stagione si faccia aiutateci condividendolo con i vostri amici :)
"Happiness is only real when shared"
buona visione!
Non smetterò mai di dirvi quanto sia importante che gli spettatori di fenomeni come le web series si sentano responsabilizzati alla condivisione.
Noi esistiamo perché voi ci condividete, quindi se STUCK vi piace e volete che la seconda stagione si faccia aiutateci condividendolo con i vostri amici :)
"Happiness is only real when shared"
buona visione!
e un paio di messaggi da Ramona (Valentina Izumi) e Emma (Ivana Lotito)
giovedì 14 giugno 2012
STUCK episode 5!
Ecco il quinto episodio della nostra web series STUCK!
un episodio che ritengo tra le cose migliori che abbia mai fatto
se non avete visto gli altri episodi cominciate dal prologo!
e se invece li avete visti tutti e siete curiosi di vedere qualche immagine rubata dal backstage guardate questo
lasciate dei commenti sui video, per noi sono oro. Grazie!
lunedì 4 giugno 2012
mercoledì 30 maggio 2012
un nuovo episodio della web series STUCK!
Ed ecco il quarto episodio della web series scritta e diretta da Ivan Silvestrini!
e qui c'è una bellissima intervista ad Ivan di Francesco Stefanacci per camminandoscalzi.it!
Su Camminando Scalzi non è la prima volta che ci lamentiamo un po’ del cinema nostrano… Siamo un po’ scocciati, più che altro, dalla mancanza di idee e dalla freddezza delle realizzazioni. Per questo cerchiamo di tenerci (e tenervi) informati sulle novità più interessanti in questo campo, come abbiamo fatto tempo fa parlandovi di Vitrum e della sua forma di co-produzione.
Ma il “cinema” inteso come l’edificio fisico in cui si proiettano i film oggigiorno non è più l’unica via di uscita per il talento di creativi come Ivan Silvestrini, autore e regista di Stuck, che ha solo trent’anni ma un curriculumnotevole. Stuck è infatti una serie web, ovvero un telefilm pubblicato su internet. Ovviamente l’idea non è nuova, ma l’abbiamo vista perfezionarsi con molto gusto, soprattutto negli ultimi anni, con esempi come “Freaks” (con l’attore Gugliemo Scilla, che ha iniziato proprio con filmati autoprodotti su youtube ed è recentemente approdato al cinema con “10 regole per fare innamorare”).
Ivan scrive un nuovo capitolo nella storia di queste produzioni raccontando le gesta di David Rea, “emotional trainer”, ovvero uno psicologo senza titolo e senza peli sulla lingua capace di “sbloccare” i problematici clienti che arrivano da lui… in modi non sempre molto etici.
Stuck è una commedia brillante, molto intelligente, briosa e colorata; lascia i giusti spazi all’intellettualità e all’emotività senza tralasciare l’ironia e qualche momento di comicità. È recitata molto bene, diretta con capacità e metodo e, cosa molto molto rara oggigiorno, ha un’ottima scrittura a sostenerla, basti vedere la puntata zero.
Ha anche un’altra particolarità: si apre al pubblico estero non mettendo i sottotitoli in inglese, bensì recitando direttamente in inglese. Una scelta senza dubbio interessante e nuova.
Ha anche un’altra particolarità: si apre al pubblico estero non mettendo i sottotitoli in inglese, bensì recitando direttamente in inglese. Una scelta senza dubbio interessante e nuova.
Camminando Scalzi: Praticamente tutte le altre interviste che ho letto rimarcano l’ispirazione/omaggio aCalifornication… Ma questa serie è stata effettivamente la fonte di ispirazione principale o ti sei basato invece su altro?
Ivan Silvestrini: Mi piace Californication ma non mi ci sono ispirato direttamente. La verità è che la fonte d’ispirazione primaria è il mio lato più cinico e oscuro, che ho un grande bisogno di deridere.
Ivan Silvestrini: Mi piace Californication ma non mi ci sono ispirato direttamente. La verità è che la fonte d’ispirazione primaria è il mio lato più cinico e oscuro, che ho un grande bisogno di deridere.
CS: Qual è stata la progettazione di Stuck? Sei partito dal testo, sei stato ispirato dagli attori o che altro?
IS: Sono partito dal concept e dal fisic du role di Riccardo, poi ho cominciato a pensare quali personaggi servissero per esplorare al meglio le tematiche della serie. Avevo in mente degli attori con cui mi sarebbe piaciuto lavorare e sono felice che abbiano accettato tutti.
Ho scritto il pilota (che all’epoca comprendeva il prologo) e i primi riscontri erano sufficientemente incoraggianti da spingermi a scrivere il secondo episodio. Poi ho scritto il terzo e così via i primi sette episodi. A quel punto non sapevo bene dove andare, così sono partito per il mio viaggio di nozze e al ritorno, con l’aiuto di un grande story editor (Giovanni Masi), abbiamo ridefinito tutto e siamo andati avanti fino alla fine del decimo episodio.
Ho scritto il pilota (che all’epoca comprendeva il prologo) e i primi riscontri erano sufficientemente incoraggianti da spingermi a scrivere il secondo episodio. Poi ho scritto il terzo e così via i primi sette episodi. A quel punto non sapevo bene dove andare, così sono partito per il mio viaggio di nozze e al ritorno, con l’aiuto di un grande story editor (Giovanni Masi), abbiamo ridefinito tutto e siamo andati avanti fino alla fine del decimo episodio.
CS: Al contrario di altre produzioni, che parlano italiano e scrivono i sottotitoli in inglese, Stuck parla inglese e obbliga gli italianofili a leggere i sottotitoli. Scelta particolare. Nata come? È un po’ una “selezione” sul nascere per tagliare fuori il pubblico italiano medio(cre), un incoraggiamento per far vedere la serie anche fuori dalla nostra nazione, un misto di entrambe o c’è dell’altro?
IS: C’è tutto questo, anche se io spero che il pubblico italiano vada oltre e si riveli meno medio(cre) di come dici.
Io non voglio fare una selezione artificiale del pubblico italiano, io spero che il pubblico italiano ci segua sempre più. Ne è perfettamente in grado.
C’è sicuramente la voglia di non precludersi un pubblico internazionale, ma soprattutto c’era la voglia di usare uno humor più glaciale che in italiano non avrebbe funzionato allo stesso modo. Provate a recitare le battute che trovate scritte nei sottotitoli, vedrete che non fanno lo stesso effetto in italiano. Quindi in definitiva è stata una scelta stilistica.
IS: C’è tutto questo, anche se io spero che il pubblico italiano vada oltre e si riveli meno medio(cre) di come dici.
Io non voglio fare una selezione artificiale del pubblico italiano, io spero che il pubblico italiano ci segua sempre più. Ne è perfettamente in grado.
C’è sicuramente la voglia di non precludersi un pubblico internazionale, ma soprattutto c’era la voglia di usare uno humor più glaciale che in italiano non avrebbe funzionato allo stesso modo. Provate a recitare le battute che trovate scritte nei sottotitoli, vedrete che non fanno lo stesso effetto in italiano. Quindi in definitiva è stata una scelta stilistica.
CS: Parlando degli attori: sono tutti molto bravi e hanno facce molto interessanti, che bucano lo schermo; ma oltre a questo, recitano in inglese con scioltezza, al contrario di tanti nostri “divi” che pure hanno lavorato oltreoceano. In che modo li hai cercati e selezionati? Quanto tempo ci hai messo?
IS: Riccardo c’è dalla nascita di Stuck, lui non mi ha mai chiesto di poter interpretare David Rea, ma più lo conoscevo più capivo che sarebbe stato perfetto per la parte.
Ivana (Lotito, ndR), Vincenzo (Alfieri), Valentina (Izumi, già vista in “Questa notte è ancora nostra” con Nicolas Vaporidis) sono attori che stimo moltissimo da anni e trovandomi nella condizione di non dover rispondere delle mie scelte a nessuno, li ho coinvolti tutti.
Gaia (Scodellaro) l’ho conosciuta per l’occasione ed è stata una vera sorpresa e così Stefano Masciolini, un grande.
Mark (Lawrence) è un meraviglioso attore inglese che faceva il cameriere a Frascati.
Metà di loro sono madrelingua, metà si sono impegnati moltissimo. E a loro si sono aggiunti altri splendidi protagonisti di puntata come Giulio Pampiglione e altri che arriveranno a sorpresa.
Gli accenti sono variegati, come d’altronde lo sono in America e in qualsiasi paese dove la cultura del meltin’ potsia rappresentata nelle produzioni culturali.
Alcuni di loro hanno aderito alla causa fin dalla sceneggiatura dei primi due episodi, altri li abbiamo trovati in corsa. La produzione è durata moltissimo, 20 giorni di riprese senza contare il prologo, spalmati tra settembre 2011 e maggio 2012.
IS: Riccardo c’è dalla nascita di Stuck, lui non mi ha mai chiesto di poter interpretare David Rea, ma più lo conoscevo più capivo che sarebbe stato perfetto per la parte.
Ivana (Lotito, ndR), Vincenzo (Alfieri), Valentina (Izumi, già vista in “Questa notte è ancora nostra” con Nicolas Vaporidis) sono attori che stimo moltissimo da anni e trovandomi nella condizione di non dover rispondere delle mie scelte a nessuno, li ho coinvolti tutti.
Gaia (Scodellaro) l’ho conosciuta per l’occasione ed è stata una vera sorpresa e così Stefano Masciolini, un grande.
Mark (Lawrence) è un meraviglioso attore inglese che faceva il cameriere a Frascati.
Metà di loro sono madrelingua, metà si sono impegnati moltissimo. E a loro si sono aggiunti altri splendidi protagonisti di puntata come Giulio Pampiglione e altri che arriveranno a sorpresa.
Gli accenti sono variegati, come d’altronde lo sono in America e in qualsiasi paese dove la cultura del meltin’ potsia rappresentata nelle produzioni culturali.
Alcuni di loro hanno aderito alla causa fin dalla sceneggiatura dei primi due episodi, altri li abbiamo trovati in corsa. La produzione è durata moltissimo, 20 giorni di riprese senza contare il prologo, spalmati tra settembre 2011 e maggio 2012.
CS: Ecco, veniamo alla produzione concreta degli episodi: c’è qualche sponsor o è un progetto del tutto autofinanziato?
IS: La prima stagione di Stuck è totalmente indipendente, l’obiettivo è generare un pubblico in modo che gli sponsor possano essere interessati a finanziare la seconda stagione.
IS: La prima stagione di Stuck è totalmente indipendente, l’obiettivo è generare un pubblico in modo che gli sponsor possano essere interessati a finanziare la seconda stagione.
CS: Con cosa giri, videocamera o fotocamera?
IS: Io personalmente uso una fotocamera Canon 60d con ottica Nikon anni ’70 di mio padre.
Paola Rotasso usa una Canon 5d; Giancarlo Spinelli usa una Canon 550d; Nicola Zasa usa una Canon 5d.
IS: Io personalmente uso una fotocamera Canon 60d con ottica Nikon anni ’70 di mio padre.
Paola Rotasso usa una Canon 5d; Giancarlo Spinelli usa una Canon 550d; Nicola Zasa usa una Canon 5d.
CS: Quanti giorni di riprese servono per realizzare un episodio?
IS: 2,2 (due virgola due).
IS: 2,2 (due virgola due).
CS: Da quanti elementi è composta la troupe?
IS: Gli Stuckanovisti sono stati la migliore troupe che una produzione simile potesse desiderare/vantare. È stata una troupe variabile nel numero e nei nominativi ma mediamente era composta da me, gli attori, un fonico, una truccatrice, una costumista, da una a quattro persone nel reparto regia, mia moglie come producer, mia suocera come catering, mio padre come tuttofare e Ramon il gatto.
Ogni tanto persino il montatore ci veniva a trovare sul set.
IS: Gli Stuckanovisti sono stati la migliore troupe che una produzione simile potesse desiderare/vantare. È stata una troupe variabile nel numero e nei nominativi ma mediamente era composta da me, gli attori, un fonico, una truccatrice, una costumista, da una a quattro persone nel reparto regia, mia moglie come producer, mia suocera come catering, mio padre come tuttofare e Ramon il gatto.
Ogni tanto persino il montatore ci veniva a trovare sul set.
CS: Parlaci della realizzazione di musica e colonna sonora.
IS: Alessandro Santucci e Valentino Orciuolo della band DIUESSE hanno accettato la sfida e stanno componendo mano a mano le musiche dei vari episodi. Di solito cerchiamo di vederci con un premontato e discutiamo dei punti da musicare, poi loro con o senza di me si chiudono in sala prove e sfornano cose meravigliose. A quel punto di solito mi confronto con Alberto Masi (il montatore) e devo dire loro “questo è troppo bello, non fa ridere”. Mi tocca essere impopolare, ma che ci posso fare, Stuck ha dei principi estetici (anche) musicali molto precisi. Comunque sono fierissimo del loro lavoro e sono felicissimo che Stuck abbia una colonna sonora originale. Non vedo l’ora che esca il cd.
IS: Alessandro Santucci e Valentino Orciuolo della band DIUESSE hanno accettato la sfida e stanno componendo mano a mano le musiche dei vari episodi. Di solito cerchiamo di vederci con un premontato e discutiamo dei punti da musicare, poi loro con o senza di me si chiudono in sala prove e sfornano cose meravigliose. A quel punto di solito mi confronto con Alberto Masi (il montatore) e devo dire loro “questo è troppo bello, non fa ridere”. Mi tocca essere impopolare, ma che ci posso fare, Stuck ha dei principi estetici (anche) musicali molto precisi. Comunque sono fierissimo del loro lavoro e sono felicissimo che Stuck abbia una colonna sonora originale. Non vedo l’ora che esca il cd.
CS: Allarghiamoci ora all’argomento “Cinema”… Cosa pensi del panorama cinematografico italiano predominante?
IS: Pochi film italiani sono attraenti abbastanza da portarmi al cinema, cerco comunque di andarci e di solito trovo grande maestria, ma poco coraggio e originalità… specialmente nelle sceneggiature.
IS: Pochi film italiani sono attraenti abbastanza da portarmi al cinema, cerco comunque di andarci e di solito trovo grande maestria, ma poco coraggio e originalità… specialmente nelle sceneggiature.
CS: E le produzioni indipendenti?
IS: È un po’ che non mi ci imbatto; io ho provato invano a realizzare film indipendenti, ma oggi non lo consiglierei a nessun filmmaker. Il rischio che un film indipendente non venga distribuito in questo panorama di crisi è altissimo. Un film richiede uno sforzo economico comunque sproporzionato rispetto alle reali prospettive di ritorno. Io credo che ogni filmmaker esordiente sia (o dovrebbe essere) mosso principalmente dal desiderio di esprimersi e di raccontare una storia… per questo ho scelto di fare una web series, per superare i limiti del cortometraggio autoconclusivo e creare qualcosa che le persone potranno vedere nel tempo, qualcosa che non scompaia dopo un paio di settimane in quattro sale.
IS: È un po’ che non mi ci imbatto; io ho provato invano a realizzare film indipendenti, ma oggi non lo consiglierei a nessun filmmaker. Il rischio che un film indipendente non venga distribuito in questo panorama di crisi è altissimo. Un film richiede uno sforzo economico comunque sproporzionato rispetto alle reali prospettive di ritorno. Io credo che ogni filmmaker esordiente sia (o dovrebbe essere) mosso principalmente dal desiderio di esprimersi e di raccontare una storia… per questo ho scelto di fare una web series, per superare i limiti del cortometraggio autoconclusivo e creare qualcosa che le persone potranno vedere nel tempo, qualcosa che non scompaia dopo un paio di settimane in quattro sale.
CS: Credi che serial o film via web possano sbloccare un po’ la stitichezza artistica che stiamo vivendo nel nostro paese?
IS: Credo che lo stiano facendo. L’ondata di web series italiane di qualità sempre maggiore che sta invadendo la rete è l’endemica manifestazione di un desiderio diffuso di partecipazione culturale a un mondo, quello del cinema e della tv, sempre più chiuso e impenetrabile. Il mercato si è ristretto: chi ha fatto in tempo a entrarci ora si tiene stretto il proprio posto e questo è naturale. Io spero che le web series diventino una realtà parallela e importante, spero che generino profitti in modo da rappresentare un mercato più libero e indipendente per la creatività della mia generazione e di quelle che verranno. Per questo è importante, è fondamentale che la gente si senta responsabilizzata e che condivida come può la creatività su youtube. Bisogna condividere e aiutare a crescere chi crea contenuti per il web; bisogna condividere e insegnare a condividere. Molte persone non conoscono ancora le web series come realtà… che ognuno faccia il suo con i social network che preferisce!
CS: Cosa pensi allora di altri progetti italiani gratuiti via web, per esempio Freaks? Ne conosci altri degni di segnalazione?
IS: Posso solo ringraziare Freaks per aver aperto il grande dibattito sulle web series in Italia, i loro risultati in termini di visualizzazioni sono stupefacenti e hanno incoraggiato tanti videomaker come me a cimentarsi con la narrazione seriale via web.
ByMySide di Flavio Parenti è un buon esempio di come un film indipendente abbia trovato nella dimensione seriale online un pubblico entusiasta che probabilmente attraverso una normale distribuzione in sala avrebbe avuto difficoltà a raggiungere, data la totale mancanza di compromessi commerciali dell’opera.
Young Love Hurts di Naicol Zais (che ha anche lavorato su Stuck) è un altro valido esempio di coraggio e autodeterminazione registica (che detto così suona serio, ma la serie è molto divertente). Ho grande ammirazione dell’amore genuino che Naicol ha per i suoi personaggi.
IS: Posso solo ringraziare Freaks per aver aperto il grande dibattito sulle web series in Italia, i loro risultati in termini di visualizzazioni sono stupefacenti e hanno incoraggiato tanti videomaker come me a cimentarsi con la narrazione seriale via web.
ByMySide di Flavio Parenti è un buon esempio di come un film indipendente abbia trovato nella dimensione seriale online un pubblico entusiasta che probabilmente attraverso una normale distribuzione in sala avrebbe avuto difficoltà a raggiungere, data la totale mancanza di compromessi commerciali dell’opera.
Young Love Hurts di Naicol Zais (che ha anche lavorato su Stuck) è un altro valido esempio di coraggio e autodeterminazione registica (che detto così suona serio, ma la serie è molto divertente). Ho grande ammirazione dell’amore genuino che Naicol ha per i suoi personaggi.
CS: Il rischio di non rientrare economicamente non è comunque troppo alto? Se un progetto non viene seguito, i banner pubblicitari costituiscono un’entrata un po’ troppo esigua, no? Serve necessariamente trovare sponsor e partnership?
IS: Non so ancora quanto si guadagni da youtube, ma credo che si tratti di pochi spiccioli finché non si possono garantire milioni di visite. L’obiettivo è quindi quello di trovare sponsorship generiche o che facciano del product placement. Se si è bravi questo non danneggia necessariamente una web series. Che importa cosa veste David Rea? Sono elementi che possono diventare attraenti in futuro senza danneggiare la narrazione.
IS: Non so ancora quanto si guadagni da youtube, ma credo che si tratti di pochi spiccioli finché non si possono garantire milioni di visite. L’obiettivo è quindi quello di trovare sponsorship generiche o che facciano del product placement. Se si è bravi questo non danneggia necessariamente una web series. Che importa cosa veste David Rea? Sono elementi che possono diventare attraenti in futuro senza danneggiare la narrazione.
CS: Tre episodi su un totale di dieci (e mezzo) per Stuck. Com’è stata finora l’esperienza? Di quali aspetti sei completamente soddisfatto e quali altri invece pensi di aggiustare in corso d’opera?
IS: Ogni episodio di Stuck è un po’ diverso dagli altri, quindi ne vedrete di assestamenti! Io sono enormemente soddisfatto di Stuck, davvero non credo si potesse fare di meglio coi nostri mezzi, il lavoro di tutta la troupe è stato encomiabile e il cast è strepitoso.
IS: Ogni episodio di Stuck è un po’ diverso dagli altri, quindi ne vedrete di assestamenti! Io sono enormemente soddisfatto di Stuck, davvero non credo si potesse fare di meglio coi nostri mezzi, il lavoro di tutta la troupe è stato encomiabile e il cast è strepitoso.
CS: Hai una parola d’incoraggiamento o qualche consiglio da dare ai giovani creativi là fuori?
IS: Non mettetevi maschere quando scrivete, tenete aperte le vostre ferite, ridetene se volete, fatevi a pezzi e dateli in pasto al prossimo.
Non abbiate paura, non scrivete cose che non potete realizzare da soli o con i vostri migliori amici, non abbiate paura di proporre un progetto a un attore che amate. Prendetevi tutto, che la vita è una sola probabilmente, e se non lo è la possibilità di reincarnarsi in un’epoca in cui si faranno ancora web series è davvero remota.
IS: Non mettetevi maschere quando scrivete, tenete aperte le vostre ferite, ridetene se volete, fatevi a pezzi e dateli in pasto al prossimo.
Non abbiate paura, non scrivete cose che non potete realizzare da soli o con i vostri migliori amici, non abbiate paura di proporre un progetto a un attore che amate. Prendetevi tutto, che la vita è una sola probabilmente, e se non lo è la possibilità di reincarnarsi in un’epoca in cui si faranno ancora web series è davvero remota.
Ringraziamo Ivan per la disponibilità e la cortesia (e, a titolo personale da revisore, la velocità di risposta e la qualità del testo Si vede che è un bravo scrittore, ndR), facciamo i migliori auguri a lui e a Stuck, e vi invitiamo a seguire la serie, oltre che sul suo canale Youtube, sul suo blog e sulla pagina Facebook.
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